About
Anthropotales è un luogo dove creare ponti tra riflessioni sull'umanità all'apparenza sconnesse tra loro, per andare a fondo di comportamenti, parole, sistemi sociali e culturali, spesso nascosti sotto una maschera di ordinarietà, che hanno bisogno di essere portati alla luce per svelarne la natura e per generare cambiamento.
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Relazioni, identità, cultura ed emozioni sono oggetto di analisi e ricerca con una miscela di approcci che vanno dall'antropologico al neuroscientifico, ma che in realtà vuole essere libera da categorizzazioni e intende sfidare la percezione negativa da parte della società dell'essere generalisti.
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Questo blog rappresenta anche il mio microdosing sociale nel mondo virtuale, cercando di mantenere sempre una connessione e rilevanza con quello reale.
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In quello che scrivo non rivendico assolutezza né adotto un tono presuntuoso. Anzi, questo progetto è il mio tentativo di accogliere il fallimento intelligente con compassione, e spero sarete lì a darmi mano.
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Anthropotales: dal greco anthropos «uomo, essere umano», inglese tales «storie».
Chi sono
Pugliese d'origine, classe 1986, convivo da sempre con una sensazione di temporaneità dovuto ai miei continui spostamenti: 4 anni a Bologna, 7 anni in Inghilterra, un paio d'anni in Calabria e due in Francia, con qualche sosta nella mia città d'origine, San Severo.​
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Laureata in Antropologia Sociale, lavoro nel campo della formazione, ricoprendo vari ruoli, dall'insegnante di inglese alla gestione di master's e corsi di formazione per aziende in contesti internazionali, sia in presenza che online.
Scrivo diari da quando ero adolescente, e per periodi limitati scrivo articoli su blog che continuano a cambiare tema e design con la stessa frequenza con cui cambio idea su tutto. Stranamente l'ispirazione è maggiore quando mi trovo in Italia.
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Sono incuriosita e impaurita dalla natura umana e sempre alla scoperta, a volte quasi ossessiva, dei suoi limiti.​ Cerco di rincorrere la libertà da stereotipi e bias, complicandomi molto la vita grazie alle mie visioni sognatrici e a volte irrealistiche. Lotto contro la mia ipersensibilità nonostante io sappia che dovrei accoglierla, e sono un'introversa programmata a percepire le voci degli altri ad un volume maggiore rispetto alla mia.
E adoro leggere. Uno dei ricordi più belli della mia infanzia è di mio padre che portava a casa un nuovo numero di Topolino.
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Nota per la lettura
Troverete un po' di referenze a materiale ed espressioni in inglese in questo blog. Avendo vissuto e lavorato in ambienti dove l'inglese era la lingua principale, questa lingua è entrata a far parte del mio linguaggio quotidiano. L'uso di certe espressioni o termini non è un atto di ostentazione, ma una scelta funzionale, soprattutto quando si tratta di terminologie che non hanno un equivalente preciso in italiano. Tradurle potrebbe compromettere lo stile e il ritmo comunicativo.